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Capperi di Salina | Azienda Agricola D’Amico

8,60 

Capperi di Salina al sale marino 200g

Pianta della famiglia delle Capparaceae; specie Capparis Spinosa, varietà: Inermis, cultivar: Nocellara, coltivata nell’isola di Salina dai produttori che aderiscono al Presidio Slow Food.

Disponibile

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Cappero di Salina, azienda agricola D’Amico

Capperi di Salina | Azienda Agricola D’Amico

Pianta della famiglia delle Capparaceae; specie Capparis Spinosa, varietà: Inermis, cultivar: Nocellara, coltivata nell’isola di Salina dai produttori che aderiscono al Presidio Slow Food.
A base di sale naturale marino grosso, la salatura mediamente al 25%. Suddivisione del prodotto in calibri millimetrici: dal 4/7 mm al 14 mm superiore, per le proprietà aromatiche e medicinali uniformi in tutti i calibri.
Il bocciolo è compatto, molto profumato, di aroma intenso e penetrante, gustoso. Particolarmente importante il primo di tali fattori: un bocciolo compatto, infatti, è una garanzia di durata nel tempo (il cappero dell’isola sotto sale si conserva fino a due-tre anni). Da sottolineare anche la totale assenza di trattamenti con antiparassitari o concimi chimici di sintesi, garanzia di assoluta salubrità del prodotto.

Scheda Tecnica

Verde scuro, con alcune striature rosso-violacee.
Tondeggiante, consistente alla manipolazione.
L’azienda è dotata del Piano di Autocontrollo HACCP, del sistema di Rintracciabilità ed sottoposta al controllo ICEA per l’Agricoltura Biologica come da regolamento CEE n° 2092/91 e successive modifiche.
In sacchetti di plastica termosaldata per alimenti da 250, 500 e 1000 g. in vasi di vetro dalla capacità nominale di 314, ml.
36 mesi
Conservare in luogo fresco e asciutto.

SlowFood

La diversità e la particolarità dei capperi di salina, che si differenziano dalle altre varietà coltivate in altri luoghi, ha permesso il riconoscimento del Presidio Slowfood. La raccolta viene fatta da fine maggio a tutto agosto, ogni 8, 10 giorni ed ha inizio verso le 5 del mattino. Per procedere con l’asciugatura vengono stesi su teli di juta, al fresco, in modo da bloccarne la sbocciatura.

Dopo qualche ora vengono separati dai capperoni, capperi più grandi sul punto di sbocciare. Solo dopo si passa alla salatura (alternando uno strato di capperi a uno strato di sale marino grosso) che avviene, di soliti nei “cugniettu” o “tinedde”. Nei quattro, cinque giorni a seguire i capperi devono essere “curati”, ovvero travasati da una tinedda all’altra, in modo da evitare che si rovinino a causa dell’azione combinata di sale e calore, dovuto alle fermentazioni. Dopo circa un mese sono pronti per il consumo.

Il cappero, di fatti, è il bocciolo non ancora aperto. Se lasciato sulla pianta per continuare la fioritura si potranno poi raccogliere i “cucunci“, il frutto del cappero dalla forma affusolata e dalla consistenza più carnosa.

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